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Normative fiscali per i lavoratori italiani all'estero

Normative fiscali per i lavoratori italiani all'estero

Le normative fiscali per i lavoratori italiani all'estero sono fondamentali per garantire una corretta gestione delle imposte ed evitare la doppia tassazione.

Ma quali sono? Come bisogna comportarsi?

Per prima cosa occorre determinare la propria residenza fiscale, per stabilire dove debbano essere pagate le imposte sui redditi. Una persona è considerata fiscalmente residente in Italia se, per la maggior parte del periodo d'imposta (almeno 183 giorni all'anno):
  • È iscritta nelle anagrafi comunali della popolazione residente in Italia.
  • Ha nel territorio dello Stato il domicilio o la residenza.
  • Si è trasferita in un Paese a fiscalità privilegiata (salvo prova contraria).

Dal 1° gennaio 2024, il concetto di domicilio fiscale è stato ridefinito, identificando il luogo dove si sviluppano le relazioni sociali e personali di un soggetto, comprendendo sia la sfera patrimoniale che quella personale.

I cittadini italiani che risiedono all'estero per più di 12 mesi devono poi obbligatoriamente iscriversi all'AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero) entro 90 giorni dal trasferimento. L'iscrizione comporta la cancellazione dall'anagrafe della popolazione residente del Comune italiano di provenienza.

Per evitare la doppia imposizione, l'Italia ha stipulato convenzioni con vari Paesi. I residenti fiscali in Italia che producono redditi all'estero possono beneficiare di un credito d'imposta per le imposte pagate all'estero a titolo definitivo, detraendole dall'imposta dovuta in Italia, secondo l'art. 165 del TUIR.

Per i lavoratori che invece trasferiscono la residenza in Italia, esiste un regime di tassazione agevolata temporaneo. Questo regime prevede una riduzione della tassazione del 50% (precedentemente 70%), entro un limite di reddito agevolabile pari a 600.000 euro, per i lavoratori con requisiti di elevata qualificazione o specializzazione. La durata dello sgravio è di cinque anni, a condizione che il lavoratore non sia stato residente in Italia nei tre periodi d’imposta precedenti al trasferimento e si impegni a risiedere fiscalmente nel territorio italiano per almeno cinque anni.